come aiutare gli animali

non comprare pellicce con pelle vera (e vale per portachiavi..portafogli...), ma solo oggetti sintetici! perché sicuramente sapete come la gente che "traffica" gli animali li trattano come delle bestie, che bestie proprio non sono...
potreste diventare vegetariani, ma questa è una scelta abbastanza importante che non tutti decidono di seguire, poi dipende da come vi sentite. se non ve la sentite non usate troppa carne, mangiatela per esempio due o tre volte a settimana piuttosto che tutti i giorni!
potreste raccogliere materiale da dare ai canili; coperte...cibo...oppure direttamente denaro!!! e potreste anche adottare un cucciolo a distanza
sapete io non ho capito bene da quando puoi iniziare a fare volontariato al canile...ma credo proprio che cambi da zona a zona!!! magari se vi fate accompagnare da un adulto può darsi che ve lo fanno fare (sempre se c'è un adulto assieme a voi)! sicuramente non vi daranno i cani più grossi da spazzolare, ma per esempio potreste iniziare con cani di piccola taglia; facendoli fare passeggiate...pulendoli la gabbia...e compagnia bella =)

mercoledì 4 agosto 2010

Loxodonta africana animale in via di estinzione

L'elefante africano (Loxodonta africana Blumenbach1797) è uno dei tre rappresentanti della famiglia degli Elefantidi, unica sopravvissuta dell'ordine dei Proboscidati. Questa famiglia comprende, oltre all'elefante indiano, anche l'elefante africano delle foreste (Loxodonta cyclotis), che solo recentemente è stato riconosciuto come specie a sé stante.

L'elefante africano è il più grande animale terrestre. Mediamente, i maschi misurano 6-6,5 metri di lunghezza, circa 3,2-3,7 metri di altezza al garrese e il peso si aggira sui 3800-5100 kg. Le femmine sono più piccole, arrivano a 3-3,5 tonnellate di peso. L'esemplare più grande conosciuto fu ucciso in Angola nel 1974 e misurava 4,2 metri di altezza per un peso di circa 12 tonnellate.[senza fonte]
Questo animale ha orecchie enormi, che oltre ad assicurargli un udito molto fine sono anche utili per la dispersione di calore. La struttura fisica presenta diverse differenze con il parente asiatico. Il dorso è curvo, il cranio appiattito frontalmente, la proboscide presenta due appendici digitiformi. Le zanne, che sono gli incisivi superiori allungati, sono molto grandi e nei maschi superano il metro e mezzo di lunghezza. Il suo nome scientifico Loxodonta significa in greco "dente obliquo" e si riferisce proprio a queste poderose appendici.
Questo animale non è un erbivoro selettivo, ma necessità di una ricca produzione vegetale. La parte preponderante del suo pasto quotidiano è costituita da vegetazione erbacea come le graminacee, ma si nutre abbondantemente anche di fogliame, frutti, corteccia. Grazie alla sua lunga e robusta proboscide è in grado di raggiungere anche i rami più alti. Se non riesce ad arrivarvi, spesso l'elefante ricorre ad una soluzione drastica, e abbatte l'albero per nutrirsi delle sue fronde. Un branco di elefanti quindi esercita un certo impatto sull'ambiente, arrivando anche a disboscare piccole aree di vegetazione. Mediamente, questo animale deve ingerire circa 300 kg di cibo al giorno. Grazie alla notevole lunghezza del suo intestino riesce a digerire qualsiasi tipo di vegetale. Proporzionatamente, gli elefanti depositano 250 kg diescrementi al giorno, che fungono da immensa riserva per gli scarabei stercorari.
Un branco di elefanti in Kenya
L'elefante è un animale sociale che vive in grandi branchi, che possono arrivare a contare anche una settantina di individui. Questi gruppi hanno struttura matriarcale e sono guidati solitamente dalla femmina più anziana. Talvolta i maschi, specie quelli più anziani, vivono solitari, mentre le femmine solitamente rimangono nel branco tutta la vita. Gli elefanti dimostrano grande attaccamento fra i vari membri del gruppo. Quando un esemplare anziano si accascia al suolo, si possono osservare gli altri esemplari tentare di risollevarlo e rimanergli accanto finché non spira. I piccoli si mantengono all'interno del branco, e sono efficacemente protetti da tutti gli adulti in caso di attacco di predatori. La difesa dei cuccioli è anche uno dei possibili motivi che possono portare un elefante adulto a mostrarsi aggressivo verso gli esseri umani.
Questo animale ama molto l'acqua che è fondamentale per rinfrescarsi e pulirsi; usa la sua proboscide per raccogliere parecchi litri d'acqua e spruzzarsela addosso a mo' di doccia.
La maturità sessuale varia con le condizioni ambientali e solitamente viene raggiunta da entrambi i sessi fra gli 8 e i 13 anni. Nelle femmine l'estro si verifica mediamente ogni 2 mesi. La fase di eccitazione sessuale dei maschi viene definita must e li porta alla ricerca di femmine tramite stimoli olfattivi; in questa fase i maschi sono particolarmente aggressivi. La gestazione dell'elefante africano è la più lunga di tutti imammiferi, e dura 20-22 mesi, ai termini del quale nasce un solo piccolo (parti gemellari sono possibili ma rarissimi). Alla nascita, il cucciolo maschio pesa 120 kg, la femmina 90-100 kg, e sono entrambi lunghi circa 1,20 metri. Il neonato ha la pelle rugosa e ricoperta di peli radi; dopo mezz'ora dalla nascita è in grado di reggersi in piedi. Per i primi 3 anni il piccolo rimane sempre appresso alla madre, che lo allatta e lo protegge costantemente. In caso di allontanamento momentaneo o di morte della madre il cucciolo viene preso in consegna da altre femmine del branco.
L'elefante è un animale notoriamente molto longevo; vive mediamente 70-75 anni; in almeno un caso noto un individuo ha superato gli 80 anni.
Rispetto al parente asiatico ha un carattere più aggressivo e resistente all'addomesticamento.

Indri indri animale in via di estinzione

L'Indri (Indri indri Gmelin1788) è una delle più grandi specie di lemuri esistenti. È endemico del Madagascar.
È l'unica specie del genere Indri.

Lo si trova con due sottospecie (Indri indri indri ed Indri indri variegatus) nelle aree di foresta pluviale lungo la costa orientale delMadagascar, dalla Riserva speciale di Anjanaharibe Sud al fiume Mangoro: gli indri sono tuttavia assenti dalla penisola di Masoala e dalparco nazionale di Marojejy, seppure questi ultimi distino dal loro areale meno di 40 km in linea d'aria.
Si contende il titolo di lemure più grande ancora in vita col sifaka dal diadema: misura infatti fino a 72 cm di lunghezza testa-coda (120 cm contando anche le zampe posteriori), per un peso di circa 13 kg.

Gli indri sono animali erbivori: in particolare si nutrono di foglie, preferendo (in modo particolare le femmine) i germogli teneri e succulenti delle piante della famiglia delle lauracee. Non disdegnano tuttavia di integrare la dieta con altro materiale vegetale, come semi, fiori e frutti.
Per nutrirsi, l'indri avvicina il ramo prescelto alla bocca con le grosse mani, per poi tagliare le foglie coi denti.
A causa dell'habitat assai frammentato e del basso tasso riproduttivo, la specie è considerata in pericolo dalla IUCN ed è inserita nella Appendice I di CITES.
La Zoological Society of London, in base a criteri di unicità evolutiva e di esiguità della popolazione, considera l'Indri indri una delle 100 specie di mammiferi a maggiore rischio diestinzione.
Una colonia numerosa si può osservare nel Parco Nazionale di Andasibe-Mantadia, nei pressi di Antananarivo.

Ochotona argentata animale in via di estinzione


Il pica dell'Helan Shan o pica argentato (Ochotona argentata Howell, 1928) è un mammifero lagomorfo della famiglia degli Ocotonidi.
La specie è endemica di una ristretta zona della formazione montuosa dell'Helan SHan, al confine fra le province cinesi della Mongolia Interna(prefettura della Lega dell'Alxa) e di Ningxia: si calcola che ne esistano meno di cento individui in totale e perciò la specie è classificata come in pericolo critico.
In passato, è stata classificata sia come sottospecie prima di Ochotona alpina (Ochotona alpina argentata) che come sottospecie di Ochotona pallasi (Ochotona pallasi helanshanensis); nella classificazione di Zheng del 1987, ci si riferisce alla specie col nome Ochotona helanshanensis.
Si differenzia dalle altre specie per il cariotipo (2n = 38) e la differente frequenza alla quale vengono emesse le vocalizzazioni.
Misura una ventina di centimetri di lunghezza, per un peso di circa 250 g.
Il pelo, corto e folto, è di un omogeneo colore grigio argenteo, con tendenza all'inscurimento su testa e spalle ed al rischiaramento nella zona ventrale.

Lasiorhinus krefftii animale in via di estinzione

Il vombato dal naso peloso settentrionale (Lasiorhinus krefftii Owen1873), noto anche come yaminon, è una delle tre specie divombato. Fino a non più di 100 anni fa era diffuso in Nuovo Galles del Sud, Victoria e Queensland, ma attualmente sopravvive soltanto in una piccolissima area di 3 km² all'interno del Parco Nazionale di Epping Forest (32 km²), nel Queensland.Il vombato dal naso peloso settentrionale (Lasiorhinus krefftii Owen1873), noto anche come yaminon, è una delle tre specie divombato. Fino a non più di 100 anni fa era diffuso in Nuovo Galles del Sud, Victoria e Queensland, ma attualmente sopravvive soltanto in una piccolissima area di 3 km² all'interno del Parco Nazionale di Epping Forest (32 km²), nel Queensland.
Più grande degli altri vombati e pesante circa 30 kg, questa specie mostra una corporatura tozza e massiccia. Il corpo, lungo circa un metro, è rivestito da una soffice pelliccia setosa di colore marrone-grigiastro, con degli anelli scuri che circondano gli occhi. Gli arti sono corti e possenti, muniti di robuste unghie per poter scavare le tane. Le femmine possiedono un marsupio con apertura nella regione posteriore per impedire l'ingresso di terra durante la fase di scavo. Il nome comune deriva dall'ampio muso ricoperto da baffisottili.

Come tutti i vombati, anche questa specie è erbivora e notturna e trascorre le calde giornate sottoterra, dove produce un complesso sistema di gallerie usate in contemporanea da gruppi di 4-5 individui. Le femmine partoriscono un solo piccolo che successivamente si sposta nel marsupio, dove trascorre circa 9 mesi per completare lo sviluppo. In natura può vivere anche più di 23 anni.
È uno dei grandi mammiferi più rari del mondo ed è criticamente minacciato. Leggermente più grande del vombato comune, è in grado di riprodursi un po' più velocemente (due piccoli ogni tre anni). Il suo habitat è stato infestato da una graminacea africanaCenchrus ciliaris, che sta lentamente soppiantando le erbe originarie predilette dal vombato. Nel 2000, attorno ad un'area del parco vasta 25 km² è stato costruito un recinto a prova di predatori alto due metri, ma al momento i programmi di riproduzione in cattività e di reinserimento in altre aree sono stati abbandonati, poiché la popolazione dell'unica colonia di yaminon rimasta è considerata troppo piccola per consentire il prelievo dei 15 o 20 esemplari necessari per costituire una nuova colonia e più di un decennio di tentativi per far riprodurre in cattività il vombato comune e quello dal naso peloso meridionale ha dato solamente scarsi risultati.

Oryx dammah animale in via di estinzione

L'orice dalle corna a sciabola (Oryx dammah) è una specie di orice che in passato viveva in tutto il Nordafrica. Oggi viene classificata come "estinta in natura" dalla IUCN.
L'orice dalle corna a sciabola è alto poco più di un metro al garrese e pesa intorno ai duecento chilogrammi. Il manto è bianco, con il petto rosso-bruno e dei segni neri sulla fronte e lungo il naso. Le corna sono lunghe, sottili, simmetriche e incurvate all'indietro (come unascimitarra) e possono raggiungere una lunghezza di 1 - 1,25 metri in entrambi i sessi.
Gli orici dalle corna a sciabola vivono in steppe e deserti e si nutrono di foglieerba e frutti. Formano branchi misti di maschi e femmine che possono essere costituiti anche da settanta esemplari. In passato si riunivano in gruppi di alcune migliaia di esemplari per migrare. Questo animale può sopravvivere senz'acqua per molte settimane, dato che possiede reni che ne impediscono la dispersione attraverso la minzione; è in grado, inoltre, di modificare la temperatura corporea per evitare la sudorazione.

Gli orici dalle corna a sciabola sono stati cacciati per le loro corna fin quasi all'estinzione. Un tempo vivevano in tutto il Sahara, ma ora si ritiene che siano estinti allo stato selvatico, dato che non ne viene avvistato un esemplare da più di 15 anni. Anche se ci sono stati alcuni avvistamenti non confermati inCiad e Niger, non sono mai state apportate valide fonti, nonostante le ampie indagini che sono state effettuate in entrambi gli Stati nel periodo 2001-2004 nel tentativo di individuare le antilopi sahelo-sahariane.
Un programma globale di allevamento in cattività è stato avviato già a partire dagli anni '60. Nel 1996, vi erano almeno 1250 animali negli zoo e nei parchi di tutto il mondo, oltre ad altri 2145 esemplari nei ranch del Texas. Una mandria si trova anche in una riserva naturale recintata in Tunisia e sono in progetto piani di reintroduzione in natura.

martedì 3 agosto 2010

La volpe di Darwin animale in via di estinzione

La volpe di Darwin o zorro di Darwin (Pseudalopex fulvipes) è un piccolo canide minacciato del genere Pseudalopex. La volpe di Darwin venne catturata per la prima volta sull'isola di Chiloé, di fronte alle coste del Cile, dal naturalista Charles Darwin nel 1834. È stato sostenuto a lungo che la volpe di Darwin fosse una sottospecie della volpe grigia argentina (Pseudalopex griseus); comunque, la scoperta di una piccola popolazione di volpe di Darwin sulla terraferma, nel Parco Nazionale di Nahuelbuta, nel 1990, e le susseguenti analisi genetiche hanno chiarito una volta per tutte lo status di questa volpe come una specie vera e propria.Pseudaloplex è un genere sudamericano di canidi imparentati alla lontana con i lupi e non strettamente con le volpi. Quando Charles Darwin raccolse un esemplare sull'isola di Chiloé osservò che era diverso dalle specie che si trovavano sulla terraferma, Pseudalopex culpaeus ePseudalopex griseus. La volpe di Darwin non si accoppia con le altre specie di Pseudalopex, vive solamente nelle foreste ed è più piccola e di colore più scuro delle altre specie. Fino a che non è stata scoperta una popolazione di volpi di Darwin sulla terraferma, nelle foreste del Parco Nazionale di Nahuelbuta, e non sono state compiute analisi genetiche, la volpe di Darwin non è stata considerata una specie distinta.
Nel tardo Pleistocene l'isola di Chiloé era unita al Cile da un ponte di terra, che rimase emerso fino a circa 15.000 anni fa, quando il livello del mare salì dopo l'ultima glaciazione. Questo fatto creò due popolazioni isolate di volpe di Darwin.La volpe di Darwin ha un mantello marrone scuro con zone rosse sulla testa e sulla faccia, ha le zampe più corte delle volpi di terraferma e pesa 2-4 kg, molto meno di Pseudalopex griseus, che pesa intorno ai 5-10 kg.Si crede generalmente che la volpe di Darwin sia una specie strettamente collegata all'habitat di foresta e si trova solamente nelle foreste pluviali temperate meridionali su Chiloé e sulla terraferma. Sono più attive al tramonto e prima del sorgere del sole.Si stima che ci siano solamente 250 volpi di Darwin su Chiloé e non più di 70 sulla terraferma e questa specie è classificata come criticamente minacciata dalla World Conservation Union. La frammentazione della foresta adiacente ai parchi nazionali, ma soprattutto la presenza di cani nei parchi, sono la più grande minaccia per la conservazione, essendo questi ultimi potenziali veicoli d'infezione o causa di attacchi diretti.

Canis rufus animale in via di estinzione


 lupo rosso (Canis rufus Audubon & Bachman1851) è un canide nordamericano diffuso un tempo in tutti gli Stati Uniti sud-orientali; è una delle specie di mammifero sopravvissute all'ultima glaciazione del Pleistocene superiore. Il suo areale andava dal Texas alla Florida e si spingeva a nord fino allo Stato di New York. Era diffuso in foreste, paludi e praterie costiere, dove svolgeva il ruolo di superpredatore. È estinto in natura dal 1980. Una popolazione è stata reintrodotta con successo nella Carolina del Nord orientale. Nonostante questa popolazione superi adesso i 100 esemplari, è tuttora gravemente minacciata.
Il lupo rosso ha il mantello marroncino o color cannella, con screziature grigie e nere sul dorso e sulla coda. La zona del muso attorno alle labbra è bianca. Sono stati descritti anche esemplari neri, ma si sono probabilmente estinti. Il lupo rosso presenta di solito dimensioni intermedie tra quelle del coyote e quelle del lupo grigio. I maschi possono raggiungere al massimo i 152 cm di lunghezza ed i 36 kg di peso. Come il lupo grigio, ha occhi a forma di mandorla, muso largo e naso ampio, ma le orecchie 



sono proporzionalmente più grandi, come quelle del coyote. Il lupo rosso ha profilo più profondo e testa più lunga e più ampia del coyote, e una gorgiera meno evidente di quella del lupo grigio. Effettua la muta ogni anno, durante l'inverno.
Il lupo rosso è più resistente alle infestazioni da Dirofilaria immitis della maggior parte degli altri Canidi. Le popolazioni reintrodotte in Carolina del Nord sono risultate positive ai test sulla filariosi, ma tale malattia non sembra essere una delle maggiori cause di mortalità

Hypogeomys antimena animale in via di estinzione

Il ratto gigante malgascio (Hypogeomys antimena A. Grandidier1869), noto anche comevotsotsa, è un roditore che vive solamente nella regione di MenabeMadagascar. È una specie in pericolo, a causa della distruzione dell'habitat, delle abitudini riproduttive e dell'areale limitato (20 km² a nord di Morondava, tra i fiumi Tomitsy e Tsiribihina). Le coppie sono monogame e le femmine mettono alla luce solamente uno o due piccoli all'anno. È l'unica specie vivente del genere Hypogeomys.Il corpo è lungo 30-35 cm, a cui bisogna aggiungere altri 21-25 cm di coda, e pesa circa 1,2 kg. Si tratta quindi di un roditore di taglia più che rispettabile.Questo ratto è vegetariano e notturno. Occupa una nicchia ecologica paragonabile a quella di un coniglio, animale con cui presenta anche una certa somiglianza fisica. Vive in coppie o tutt'al più in piccoli nuclei familiari formati dai genitori e dai piccoli; per trovare riparo dai predatori (il fossaCryptoprocta ferox, che uccide circa il 64% degli esemplari predati ogni anno, e il boa di terra che uccide il restante 36%) costruisce tane sottoterra con una complessa serie di cunicoli e fino a 6 uscite diverse.Questa specie purtroppo, al pari di molti altri mammiferi malgasci, corre un serio rischio d'estinzione; l'areale di diffusione è veramente ridotto (un tempo arrivava fino al Lago Fortunatamente il Durrell WTsimanampetsotsa nel sud del Paese, quindi era enormemente più vasto) e si calcola ne sopravvivano appena 11.000 esemplari.ildlife Conservation Trust ha avviato da tempo un progetto per la riproduzione in cattività e per la protezione in natura dell Hypogeomys antimena che sta avendo un buon successo: si spera, quindi, che la specie riesca ad uscire da questa condizione di pericolo.Quest'animale, al pari della maggior parte dei mammiferi selvatici presenti in Madagascar, èendemico dell'isola; ha oltretutto un areale molto limitato, una fascia di 40 km per 20 a nord di Morondava, nel Madagascar occidentale. Questa zona è celebre per le sue foreste decidue (come quella del Parco Nazionale di Kirindy-Mitea) e per la grande concentrazione di animali selvatici che popolano dette foreste, che sono appunto l'habitat del votsvotsa assieme alle aree sabbiose costali (sempre nei paraggi di Morondava).

rinoceronte nero animale in via di estinzione


Il rinoceronte nero (Diceros bicornis Linnaeus 1758) è un mammifero perissodattilo dellafamiglia dei Rinocerontidi originario delle aree orientali e centrali dell'Africa, compresi Kenya,TanzaniaCamerunSudafricaNamibia e Zimbabwe. Nonostante questo rinoceronte venga chiamato nero è in verità di colore grigio, bruno o bianco. Il suo nome swahili è kifaru
Alla specie venne dato questo nome per distinguerla dal rinoceronte bianco (Ceratotherium simum). Ciò è sbagliato, però, perché queste due specie non sono facilmente distinguibili tra loro dal colore. La parola white, bianco, usata per indicare il «rinoceronte bianco», deriva dalla parolaafrikaans che significa largo, in inglese wide, e non bianco.
L'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) ha annunciato il 7 luglio 2006che una delle sue quattro sottospecie, il rinoceronte nero dell'Africa occidentale (Diceros bicornis longipes), è stata dichiarata sperimentalmente estinta.
Rimangono in natura 3600 rinoceronti neri.
Un rinoceronte nero adulto è alto 140-170 cm al garrese e misura 3,3-3,6 m di lunghezza[3]. Pesa tra gli 800 ed i 1400 kg, ma eccezionalmente può raggiungere anche i 1820; le femmine sono più piccole dei maschi. I due corni sul cranio sono costituiti da cheratina: quello più grande, sulla fronte, è lungo generalmente 50 cm, ma in alcuni esemplari ha raggiunto anche i 140 cm.
Rinoceronte nero al pascolo.
Il corno più lungo mai misurato era di 1,5 metri[4]. Talvolta si può sviluppare anche un terzo corno. Questi corni vengono utilizzati a scopo difensivo ed intimidatorio, ma sono utili anche per scavare le radici e per spezzare i ramoscelli mentre mangia. Il colore della pelle dipende più di ogni altro fattore dalle condizioni locali del suolo e dal comportamento del rinoceronte; proprio per questo molti rinoceronti neri non sono veramente di colore nero. Il rinoceronte nero è parecchio più piccolo del rinoceronte bianco ed ha un lungo labbro superiore appuntito e prensile utilizzato per strappare le foglie ed i germogli quando si nutre[4]. Il rinoceronte bianco, invece, ha labbra squadrate utilizzate per pascolare l'erba. Quello nero si può distinguere dalbianco anche per le minori dimensioni del cranio e delle orecchie. Inoltre non ha la caratteristica gobba sul dorso del rinoceronte bianco.
Il suo spesso strato di pelle lo protegge dalle spine e dalle erbe dai margini taglienti. Questa pelle ospita molti parassiti esterni, ad esempio acari, che costituiscono la fonte di nutrimento principale per le bufaghe e le garzette che vivono in compagnia di questo colosso. Il rinoceronte è dotato di una vista pessima, ma può fare affidamento su un udito ed un olfatto ben sviluppati. Ha grandi orecchie che ruotano come antenne satellitari per individuare ogni suono ed un grande naso dotato di un eccellente senso dell'olfatto per individuare i predatori.